Il tema dei punti-elenco, e del tipo di narrazione che essi promuovono, è naturalmente sotto i riflettori da molto tempo. Olivia Mitchell ne parla da tempo, così come molti altri. I punti elenco appesantiscono le slide, annoiano, trasmettono l’idea che l’oratore sia poco preparato e pigro e, oggi come oggi, di fronte ai nuovi standard, danno l’idea che chi presenta sia poco aggiornato (e probabilmente è così).
Olivia da tempo propone il modello alternativo asserzione singola + evidenza visuale, sul quale sono molto d’accordo, anche se riconosco che esisterà sempre una “zona oscura” di elenchi che probabilmente non potrà mai essere eliminata.
Ad arricchire questo dibattito tormentato (e tormentone) si aggiunge oggi la ricerca empirica di Chris Athernon, psicologa inglese della Uclan University. Chris ha testato due tipo di slide con gruppi separati di utenti e ha chiesto loro di scrivere dei temi riassuntivi degli argomenti proposti nelle slide.
Il primo tipo di slide erano i classici punti elenco + grafici
Il secondo tipo di slide era invece fatto con poco testo sparso su più slide, con l’aggiunta di schemi e diagrammi
La narrazione orale era la stessa in entrambi i gruppi di studenti testati. Il risultato è impressionate: il numero di argomenti segnalati nei temi nel secondo tipo di slide è raddoppiato:
Questo significa che questo tipo di impostazione raddoppia in media l’efficacia dell’insegnamento.
Qui trovate i dettagli della ricerca, e di seguito la presentazione su slideshare della ricercatrice.
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