Domani sarò qui, e sarò fuori combattimento per tre giorni. Ci si rivede poi. Ciao
p.s. Scusate, oggi mi hanno fatto notare che in realtà mi trovo qui.
Posted in segnalazioni, tagged Vita da docente on febbraio 28, 2006| 2 Comments »
Posted in pensare visuale, strategia on febbraio 23, 2006| 4 Comments »
Come si sottolinea da più parti, (ad esempio qui oppure qui) le immagini, in una presentazione, sono strategiche: aumentano l’attenzione e migliorano l’efficacia del messaggio, perché riescono a coinvolgere un numero maggiore di facoltà cognitive. Solo che, per renderle efficaci, dobbiamo essere consapevoli del loro ruolo specifico all’interno del progetto: non basta dire: “aggiungiamo qualche visual” per ottenere l’effetto voluto. Le immagini sono un ottimo alleato, ma devono essere usate all’interno di una strategia. Possiamo distinguere tre usi ben precisi delle immagini:
– Suggestione evocativa
– Metafora concettuale
– Esempio concreto
L’immagine di un’altalena può essere una suggestione che evoca il gioco e la libertà, una metafora dell’andamento oscillante del mercato, un esempio di che cosa fare quando sei al parco giochi con i pargoletti. L’immagine di una antica cartina di Milano potrebbe rappresentare un elemento decorativo in una presentazione che parla di architettura dell’informazione, (magari associando una cartina diversa ad ogni slide), oppure potrebbe essere una metafora del linguaggio naturale o, ancora, essere un esempio di urbanistica antica. Sono tre usi molto diversi tra di loro.
Le suggestioni evocative sono ottime nelle presentazioni di alto livello (meeting, convention), perché alleggeriscono il discorso, tendono a coinvolgere e sono un supporto emozionale per un discorso orale che non si serve in senso stretto delle slide. In questo senso c’è molta libertà di scelta.
Le metafore concettuali sono ottime per le presentazioni persuasive e di business, perché permettono una comprensione immediata dei concetti abbreviando i tempi cognitivi. Ma vanno scelte attentamente, per evitare di mandare fuori strada la platea.
Infine, gli esempi concreti sono essenziali nelle presentazioni didattiche e tecnico-operative, insomma nelle presentazioni dove dobbiamo spiegare e insegnare qualche cosa. Sono ovviamente immagini molto attinenti con l’oggetto della presentazione.
Se tenete fede a questa tripartizione di usi sarete sicuri che la vostra platea non si disorienterà. Quello che invece andrebbe evitato come la peste è di mescolare gli usi, inserendo immagini evocative, metafore ed esempi nella stessa presentazione.
Non importa se le immagini sono bellissime: quello che conta è che la strategia con la quale le utilizziamo sia ben definita a monte.
Posted in segnalazioni, tagged Powerpoint, Tutorial on febbraio 21, 2006| 3 Comments »
Non sono un fanatico di tutorial in rete: generalmente si limitano ad indicare le funzionalità ma non la strategia. Ad ogni modo, se qualcuno ha voglia di cimentarsi sui fatti tecnici di base di Powerpoint ecco due tra i migliori tutorial in italiano in cui mi sono imbattuto:
Un tutorial a cura della Facoltà di Lettere dell’Università di Venezia
Un altro tutorial, a cura dell’Università di Padova
Buon lavoro
Posted in segnalazioni, strategia, tagged Cliff Atkison, interfaccia, schemi, Sostanza, struttura on febbraio 18, 2006| Leave a Comment »
Abbiamo messo a punto i nostri contenuti in una presentazione, ma ci sembra che non ci guardi qualche cosa: c’è tutto, ma il discorso non fila. Oppure ci sembra che ci sia “troppo” o al contrario che non ci sia nulla. Magari lavoriamo un po’ con la grafica, ma vediamo che il risultato non cambia. Oppure togliamo e aggiungiamo contenuti, ma allora il discorso non regge più. Che sta succedendo? In realtà dobbiamo tenere sempre distinti vari livelli di progettazione.
Sostanza, struttura, interfaccia. Raramente ho trovato meglio esposto il tema degli elementi di una presentazione come in questo lucido post di Cliff Atckinson (mi è arrivato anche il suo libro: presto riferirò a riguardo). Sono tre dimensioni molto diverse e dobbiamo imparare a distinguerle per evitare di far collassare tra di loro i problemi specifici di ciascuna di esse.
Sostanza: i contenuti
Struttura: il modo in cui li organizzate tra di loro
interfaccia: il modo in cui li presentate su slide.
Certo, nella realtà pratica ogni livello influenza gli altri, ma restano concettualmente livelli distinti. Se ci pensate non è molto diverso da web: anche nei contenuti in rete esiste, ed agisce continuamente questa divisione di metodo. La differenza, ovviamente, sta nelle regole specifiche di ciascuna di queste dimensioni: tanto per fare un esempio, l’andamento su slide è sequenziale e non ipertestuale, e questo costringe a inventare soluzioni diverse nella costruzione dell’architettura. Ci sono molte altre differenze in ciascun livello: ne riparleremo. Per ora mi limito a sottolineare la “valenza euristica” di questa distinzione. Tenerla sempre a mente aiuterà a capire da che parte arrivano i problemi.
Posted in trucchi tecnici, tagged grafici, ridimensionamento automatico on febbraio 18, 2006| 2 Comments »
Quando creiamo un grafico su Powerpoint succedono cose strane: una delle più strane è che, mentre modifichiamo la grandezza del grafico per renderlo leggibile e adattarlo allo spazio sulla slide, i testi (della scala sugli assi, delle varie etichette, passano improvvisamente a dimensioni mostruose o microscopiche.)
Questo succede perché il simpatico programmino pensa, lui, che se allarghiamo il grafico, e che diamine, dovremmo allargare anche i testi! E quindi lascia “flaggata” l’opzione di ridimensionamento automatico, come vedete nella figura in alto.
E’ questo no è bene: ehi, diciamo, sono solo i dati a dover essere allargati, non i testi e le didascalie! In realtà tutto ciò che ci fa perdere il controllo in nume di una fantomatica facilità di realizzazione rappresenta una specie di sciagura per la corretta visualizzazione: cadiamo in balia di uno standard medio tarato sulle peggiori abitudini, evidentemente le abitudini che vanno per la maggiore a Redmond, ma non nel resto del mondo…
Dobbiamo riprendere il contrllo: e In questo caso, riprendere il controllo significa “deflaggare” sempre il ridimensionamento automatico, sia negli assi (che riportano la scala e le didascalie) sia nella finestra della legenda.
In genere, una dimensione di 12, massimo 14 pt è ottimale per le scale, mentre per le voci degli elementi del grafico dobbiamo ridurre, da 8 a 10 va bene. Ehi, direte, ma così non si legge. Errore: quello che si deve leggere sono i dati, non le didascalie, che sarete voi ad illustrare. Se poi il grafico viene stampato non c’è problema: su carta queste dimensioni si leggono benissimo.