In una simpatica provocazione, Gary Turner consiglia di inserire di soppiatto, in ogni presentazione, una slide vuota che riproduca l’assenza di segnale del proiettore. Così, dice, lo speaker sarà “costretto” a parlare come un essere umano. Anche io ogni tanto mi pongo il problema del “vuoto”, ovvero dello spazio cognitivo che è necessario darsi per lasciare che i contenuti emergano.
A dire il vero è proprio quello che ho fatto nella mia presentazione di sabato: ogni slide era in realtà semivuota, e conteneva solo una parola o poco più. In questo modo la platea aveva tutto lo spazio cognitivo necessario per ascoltarmi e prendere appunti. Le slide scandivano il discorso, che si sviluppava in modo concentrico a partire da quell’unica parola.
Quali sono i vantaggi? E in quali casi è bene usare una strategia di questo tipo? Sicuramente è una strategia che va bene:
– per presentazioni brevi (da 15 minuti a 60 minuti)
– per presentazioni discorsive e per testimonianze
– per presentazioni di alto livello, nelle quali l’oratore si può lasciare andare alle digressioni che il contesto gli suggerisce
Per fare questo, ovviamente, è necesaria una preparazione doppia rispeto a una presentazione tradizionale. Potete improvvisare solo se siete molto, ma molto preparati. Usare le note della presentazione per tenere sott’occhio i punti principali è, in questo caso, un’ottima tattica.