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Archive for the ‘grafica’ Category

Suggerimenti per diagrammi perfetti

Vi segnalo una presentazione *fantastica*, creata da un non professionista e dedicata esclusivamente alla creazione di diagrammi sulle slide (ovvero frecce, processi, schemi e così via).

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I consigli sono davvero dettagliati, ed espressi in modo impaccabile

 

Davvero non saprei che cos’altro aggiungere, se non di fare tesoro di questi preziosi suggerimenti.

 

 

 

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Non aggiorno questo blog da molto tempo, ma fa parte del gioco e delle regole che mi sono dato: questo blog è un po’ un quaderno di appunti, che riempio solo quando ho delle cose da dire e quando il mio bioritmo lo consente :-)

Ok, voglio segnalarvi questo breve video tutorial di Dave Paradi, dedicato alle regole per creare una buona tabella in una presentazione. Il video fa parte di una serie molto più ampia di video. Sono consigli di buon senso, ma vale la pena ribadirli, visto che le tabelle fanno parte a pieno titolo delle presentazioni, specie se di carattere scientifico.

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Dico subito che non ho niente di personale contro l’autore di questa presentazione, che anzi è assolutamente apprezzabile per aver condiviso parte del suo sapere con gli altri.

Il problema non è questo bensì il fatto che a volte l’eccesso di buona volontà può produrre effetti indesiderati.

Questa presentazione, che ho trovato su Slideshare, mi sembra emblematica di un certo stile e di uno schema mentale ricorrente, ovvero: ho paura di annoiare, ho a disposizione gli strumenti mirabolanti di Microsoft e allora mi dò da fare per aggiungere tutto quello che posso.

Purtroppo il risultato è spesso contrario alle intenzioni: un carnevale di colori, sfondi, font e cornici che rendono la presentazione indigeribile.

Non fatelo. Fidatevi di più di voi stessi.

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Lawrence Lessing è l’unico speaker dal quale accetto presentazioni nere con testi bianchi. Questo stile è ormai diventato famoso (anche Garr ne ha scritto qualche anno fa), anche se sappiamo che se usato male può provocare disastri.

Sample_3

Eppure in mano a Lawrence diventa efficacissimo: poche parole bianche su sfondo nero, tante immagini e una sincronizzazione perfetta tra la voce e ciò che appare sullo schermo (animazioni incluse) creano un ritmo serrato e affascinante

guardate se avete un po’ di tempo questo video tratto dalle TED conference e guardate la perfetta sicronizzazione voce-testo-immagini.

Aggiungerei: non fatelo se non siete esperti, se avete tanto testo e se non avete una presentazione perfetta al minuto-secondo.

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Aaah, questo lo dico sempre anche io nei miei corsi. Le linee importanti devono *apparire* importanti.

E naturalmente il resto (didascalie, linee separatrici, ecc) dovrebbero affievolirsi quando non scomparire. Il risultato dovrebbe essere qualcosa del genere, come mostra Jan Schultink in un suo post:

Insomma, dovremmo cercare di creare una gerarchia visuale anche per quanto riguarda le linee e le forme grafiche in genere. Assolutamente condivisibile (e praticabile).

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Il buon Dave Paradi continua a sfornare video tutorial che illustrano come operare su alcuni dettagli di una presentazione. In questo video ci spiega il modo migliore per mostrare una serie di dati comparandoli con la media. E questo è il risultato

Prima:

Istogramma scadente che compara i dati con la media

Dopo:

Istogramma che compara con una media migliorato

Insomma, l’elemento più importante consiste nel trasformare l’istogramma della meda in una linea che faccia da spartiacque tra i dati sotto la media e quelli sopra la media.

Qui trovate tutto il video-tutorial:

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Il blog l’ho scoperto grazie a Luisa, anche se vi devo confessare che il suo libro giace – intonso – da mesi sul mio scaffale.

Eh, la dura vita dello studioso-consulente, costretto nella tragica condizione (per la cronaca, tecnicamente la condizione tragica è quella in cui il soggetto si trova costretto tra due necessità contrapposte, o se volete tra due universali antinomici) la tragica condizione di non poter studiare a sufficienza a causa della consulenza e di non poter aumentare la consulenza a causa dello studio.

Va beh, insomma, il buon Stephen Few ha un blog nel quale parla di dati, statistiche e relative visualizzazioni. Ad esempio nel suo ultimo post ci mostra la “torta impossibile“.

Che cos’è la torta impossibile? Guardate qui sotto:

Che ne dite?

Ma la cosa carina che volevo segnalarvi è il suo test di intelligenza nel graphic design.

Provate: io ho totalizzato 9 su 10 (mannaggia…)

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Come ho detto più volte in questo blog (e anche nel mio libro) il 3D è una di quelle opzioni di Powerpoint (come di altri programmi simili) che sarebbero da dimenticare, specialmente quando creiamo i grafici.

Un bel post di Powerpoint ninja riprende ed approfondisce questo tema, mostrando anche alcuni esempi. Guardate ad esempio questo grafico a torta, riportato nel suo post:

grafico a torta tridimensionale fuorviante

Come vedete sembra che fetta relativa alla Corea del sud sia più grande di quella relativa al Giappone, quando in realtà non è così. (per la cronaca: un altro consiglio a riguardo, che sottoscrivo del tutto, è quello di aggiungere le etichette alle fette della torta, per evitare strabismi e incomprensioni).

Il 3D crea disastri anche con gli istogrammi, come potete vedere nell’altro esempio del post:

effetti dei grafici tridimensionali - istogrammi

In questo caso diventa difficile capire quali sono i valori esatti delle barre, specialmente per le barre di minor valore.

In sintesi la domanda è: perché dovrei usare i grafici 3D? Se non avete una risposta pronta beh, sapete che cosa dovete fare…:-)

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Il segreto della semplicità spiegato con semplicità. e naturalmente vale anche per le presentazioni.

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Ecco una bella presentazione di Daniele Cogo su alcuni principi di grafica, principi che potete tranquillamente usare per la produzione di slide e presentazioni.

Tra l’altro Daniele cita un sito dove trovare immagini gratuite che non conoscevo, ovvero Stock.xchng, un sito che potete usare per il vostro repertorio iconografico.

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Dopo un po’ di riflessioni (ma neanche tante) ho deciso di pubblicare (e fare scaricare) un estratto della mia lezione-tipo sulla presentazione efficace con le slide, ovvero uno dei miei “cavalli di battaglia” nella mia attività di formatore.

Perché le pubblico? Perché nel tempo questo cavallo si è assai stancato, così come il suo cavaliere. Insomma, questo argomento ha cominciato veramente a nausearmi, e così ho deciso di condividerne almeno una parte, togliendo il più possibile gli esempi che in genere mostro.

Usatele pure, ma ricordate che è sotto licenza Creative Commons, il che non significa: “Fai quel cacchio che ti pare”. Ok?

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Vi segnalo un altro bell’articolo in italiano, di Ester Liguori, dedicato a Slide ed eccessi comunicativi. Tra l’altro le indicazioni sugli elementi di paratesto sono simili a quelle che ho indicato nel post precedente.

Ecco un (p)assaggio dell’articolo:
“Il desiderio di stupire purtroppo spesso scavalca quello di essere efficaci e senza rendersi conto di ciò che si fa si finisce con lo sfruttare male un buon ausilio comunicativo.”

Su questo argomento è interessante anche un vecchio post di Garr che si ispira ai personaggi di “Guerre stellari”.

Preferite le slide di Darth Vader o quelle di Yoda?

Darth_2 Yoda



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Così, tanto per giocare, ho scaricato una presentazione sul parlare in pubblico fatta dalla CGIL ligure (la potete scaricare da qui) e ho provato a rivedere una slide in particolare.

Come potrete notare la presentazione ha molti peccati di “ingenuità” sul piano della costruzione: template preformati, uso eccessivo dei colori, troppo testo, font inadeguati eccetera.

Ecco la slide originale

Slide affollata e non piramidale

Ed ecco il mio rifacimento

Slide rifatta 1

Slide rifatta 2

Come vedete ho fatto due slide, cercando di dividere gli argomenti, ho aggiunto delle immagini, ho tolto alcuni elementi inutili, ho uniformato il font e gli ho dato una precisa gerarchia di grandezza e ho fatto una serie ulteriore di aggiustamenti che lascio a voi il compito di individuare.

E’ poco più di un gioco, ma spero possa mostrare che le slide migliori tengono sotto controllo degli elementi, e li usano per migliorare l’impatto complessivo.

A presto

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Una presentazione è un oggetto che presenta una serie di informazioni strutturate e disposte in un preciso ordine, sia globale (per tutta la presentazione) sia locale (all’interno della singola slide). Al contrario di una comunicazione fatta in Word le informazione su una slide (come, del resto, nei siti web) partecipano di una dimensione spaziale: il loro senso non è indipendente dal modo con il quale le informazioni sono disposte nello spazio della slide.

Troppo spesso mi capita di vedere presentazioni nelle quali è assente questa consapevolezza: la disposizione delle informazioni sembra obbedire ad una logica di “sacco da riempire“, senza alcuna strategia preliminare:

Slide non strutturate

Non crediate che questa cosa non si noti: il nostro occhio percepisce istantaneamente simmetrie, somiglianze, appartenenze reciproche, gerarchie visuali. E quando non riesce a trovare questi elementi l’impressione generale è quella di confusione, anche se gli elementi in gioco sono pochi.

Per questo è necessario, (come del resto sa benissimo qualunque grafico, sia tradizionale sia web) costruire una gabbia grafica ideale nella quale inserire le informazioni.

Griglia per le slide

Potete dividere la slide in 9 – 12 – 16 parti ideali (Garr Reynolds parla, a questo proposito, della regola del tre) e ogni informazione che inserirete (testo, immagini, grafici, ecc) occuperà una o più porzioni di questi spazi, secondo  una logica rigorosa e riconoscibile.

Questa gabbia non sarà, ovviamente, visibile al vostro pubblico, ma potete stare certi che l’occhio la percepirà nel momento in cui ne farete uso.

Gabbia grafica ideale per slide 1

Gabbia grafica ideale per slide 2

Gabbia grafica ideale per slide 3

Non è necessario che siate precisi al millimetro: è sufficiente che abbiate la consapevolezza di questa divisione ideale e che cerchiate di inserire le informazioni in modo coerente con essa.

In questo modo farete risaltare quello che è importante e quello che è marginale e avrete un criterio certo per definire le appartenenze reciproche degli oggetti.

Il risultato, sotto il profilo dell’impatto visuale, è assicurato.

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Vi segnalo una ottima presentazione, perfetta da quasi tutti i punti di vista. E non mi stupisce: è fatta da un esperto web designer e i rapporti tra design dei siti e design delle presentazioni sono molti (anche se non c’è una sovrapposizione perfetta).

Il tema della presentazione è il web design dei form sul web. Potete notare, in particolare:

– Uniformità di sfondo
– Ottima divisione logica degli spazi
– Logo e numeri di pagina in ogni slide
– Divisione coerente in capitoli (con slide separatrici e icone rappresentative)
– Uso cognitivo dei colori (non per “stupire”, ma per informare)
– Poco testo in ogni slide
– Ottimo uso del grassetto per evidenziare i titoletti
– Gerarchia coerente nell’uso delle dimensioni dei font
– Font a bastoni
– Uso delle immagini a scopo informativo e illustrativo
– Uso di forme e schemi semplici per descrivere i concetti
– Coerenza, prevedibilità, semplicità

Sono tutte qualità fondamentali per una buona presentazione.

Potete scaricarla in PDF da qui.

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Spesso mi capita di vedere presentazioni abbastanza buone dal punto di vista dell’architettura e della strategia, ma che scivolano sulla “buccia di banana” della copertina: a volte non viene fatta, oppure viene creata frettolosamente. In genere le persone pensano di più ai loro contenuti, e la copertina rischia così di venir considerata solo alla fine, come un mero accessorio.

E questo è un errore, per più di un motivo. Una buona copertina, in una presentazione, non è solo un buon biglietto da visita, ma svolge una funziona importante anche dal punto di vista cognitivo. Anticipa i contenuti della presentazione, dà alcune informazioni sull’autore, il luogo, la data, e soprattutto esprime un “concept emozionale” che poi sarà il filo conduttore della presentazione stessa. Insomma, la copertina ha un ruolo emozionale e un ruolo cognitivo allo stesso tempo.

Una volta mi è arrivata una presentazione con una copertina fatta così:

Copertina povera

Ok, nessuno metterebbe in dubbio che è una copertina: abbiamo un titolo e un autore. Ma forse si poteva fare qualche cosa di meglio: aggiungere dei sottoargomenti, dare una maggiore enfasi ad alcune parole, aggiungere un’immagine rappresentativa dell’argomento. Insomma: fare un po’ di editing.

Ecco la mia proposta di revisione

COpertina ricca

Abbiamo aggiunto dei sottoargomenti che permettano ai destinatari di capire in linea di massima di che cosa si parlerà, abbiamo aggiunto una foto significativa e, ancora, abbiamo migliorato il testo cambiando il font, aggiungendo colori sulle parole chiave e riducendo le dimensioni. E abbiamo usato lo spazio in entrambe le direzioni, e non solo dall’alto verso il basso.

Con una copertina fatta in questo modo l’oratore ha modo di fare una buona e ampia introduzione all’argomento,  facendo una panoramica generale dei contenuti e allineando le aspettative della platea.

Non dimentichiamo che questio ultimi elementi sono essenziali per una buona “ricezione” dei contenuti.

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Nella scrittura e nella comunicazione digitale, come scrive giustamente Sofia Postai, il colore non costa nulla. Non dobbiamo fare accordi economici con una tipografia per decidere quanti e quali colori useremo: con due colpi di mouse possiamo decidere da soli, e senza fatica, di aggiungere o togliere colori e sfumature.

Ora, il fatto di non dover pagare nessun “dazio” per le nostre scelte non è mai una buona premessa: non ci costringe a riflettere a sufficienza e toglie ogni vincolo alla nostra creatività. Ma la creatività senza vincoli non è creatività. Credo che nella comunicazione digitale (di cui le slide fanno parte, così come le mail e i siti web), l’accento non dovrebbe cadere su “digitale”, ma su “comunicazione. E nella comunicazione ci confrontiamo gli altri.

E questo sì che è un bel vincolo. Se consideriamo la leggibilità complessiva di una presentazione con gli occhi di chi la dovrà guardare ci accorgiamo subito che non tutte le combinazioni testo-sfondo vanno bene e che ci sono parecchie differenze tra nero-su-bianco e bianco-su-nero. Fortunatamente, il fatto che milioni di persone, oggi, scrivano e comunichino in modo digitale ha creato anche una nuova sensibilità e una serie di studi di usabilità che, anche se nati nello per il web, ci vengono in aiuto.

Uno dei più fortunati è certamente lo studio del dr. Lauren Sharff sulla leggibilità dei font con diverse combinazioni di colori.

Diversi tipi di rapporto testo-sfondo

Questo studio evidenzia la resa in termini di leggibilità di diverse combinazioni tra testo e sfondo (le barre più alte rappresentano la maggior leggibilità). Credo che il grafico parli da solo: ci sono delle combinazioni che proprio non vanno, e il fatto è legato al modo che ha la retina di mettere a fuoco i diversi colori.

Dal punto di vista delle presentazioni tutto questo ci suggerisce che ci sono alcune combinazioni che proprio non vanno mai usate (es: rosso-verde, blu-rosso), altre che si possono usate con moderazione (es: bianco su nero, bianco su blu) per presentazioni “cool” e altre che dovrebbero invece essere lo standard abituale (es: nero su bianco, nero su grigio, blu su bianco).

Combinazioni “NO

Rapporto testo sfondo sbagliato

Combinazioni “NI”

Rapporto testo-sfondo quasi giusto

Combinazioni “SI”

Rapporto testo-sfondo corretto

Ecco un articolo di Dave Paradi (tratto da Indezine) che approfondisce il tema dei colori nelle presentazioni.

Ciao

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Ne riparleremo: intanto ecco alcuni consigli di formattazione

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Fare presentazioni efficaci significa semplificare la vita a noi stessi e al nostro uditorio con contenuti belli, leggibili, semplici e ben strutturati. Non è difficile, ma a volte ci complichiamo la vita inutilmente.

E uno dei fattori di maggiore distrazione è costituito dagli sfondi sfumati delle slide. Il programma ne fornisce in quantità industriale ed è forse questa la ragione del loro utilizzo massiccio, specialmente per i giovani. Certo gli sfondi sfumati sono “cool”, ma sono veramente efficaci per i nostri scopi?

Spesso mi capita di vedere presentazioni belle, ma create con sfondi veramente orribili ed è un peccato, perché basterebbe eliminare le sfumature e tutto 8o quasi) andrebbe a posto.

Sfondo sfumato poco leggibile

Quali sono i problemi degli sfondi sfumati?

1) Leggibilità: ci sarà sempre un punto della slide in cui il testo si legge bene e un altro in cui si legge male o non si legge affatto. Può darsi che in alcune slide questo non succeda, ma è un rischio che è sempre meglio evitare.

2) Invasività: lo sfondo sfumato prende la scena al posto dei contenuti. Ricordiamoci sempre che lo sfondo non è un contenuto: deve solo aiutarlo ad emergere in modo elegante.

3) puerilità: gli sfondi fatti con uno strumento a bassa risoluzione come PPT tendono a essere grossolani e danno, alla fine l’impressione di dilettantismo.

Capito, giovane laureando in Scienze della Comunicazione che mi stai leggendo?
:-)

Quando creiamo la presentazione, dunque, cerchiamo di evitare questa possibilità; scegliamo piuttosto un colore di sfondo uniforme e usiamolo coerentemente per tuta la presentazione.

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slide rumorosaPer rumore intendiamo tutto quello che disturba la serena acquisizione delle informazioni e su PPT, tra frecce in 3D e stellette colorate varie, di rumore ne possiamo produrre davvero tanto.

La semplicità paga e se una slide vi sembra un po’ “vuota” vuol dire che site sulla strada giusta.

Un bel post sull’argomento di Presentation zen

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