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Archive for the ‘scrivere su slide’ Category

Come sappiamo, i punti elenco sono in genere una strada assai sdrucciolevole nelle presentazioni, e dove possibile tutti consigliano una qualche forma di “trattamento” che ne mantenga lo spirito cambiandone la visualizzazione. Ne ho già scritto segnalando alcuni suggerimenti e alcune proposte.

A completare il quadro ecco oggi un’altra carrellata di alternative, proposte da Elearningcoach, ovvero

Box di testo

Icone

Fumetti

Sagome

Diagrammi

Tabelle

C’è qualche ripetizione rispetto a quanto abbiamo già pubblicato, ma vale la pena comunque segnalare la proposta nella sua interezza :-)

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Il rapporto tra colore del testo e colore dello sfondo, si sa, è uno di quei terreni minati dove si consumano i peggiori errori e si subiscono i peggiori orrori nelle presentazioni. Ne ho già parlato, ovviamente, in tanti altri post e qui ribadisco solo che il migliore rapporto testo-sfondo resta, nel 99% dei casi, il nero su bianco.

Oggi voglio solo segnalarvi un piccolo tool, creato da Dave Paradi, per calcolare l’efficacia del rapporto testo-sfondo. Potete utilizzarlo quando non vi sentite sicuri delle vostre combinazioni “audaci”.

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A tutto font, su DaFont

Non sono un manico dei font, e specialmente nelle presentazioni didattiche o di business tendo a restare su font classici, senza grazie e universali come l’Arial o il Verdana.

Tuttavia a volte serve qualcosa di diverso, magari un font con qualche caratteristica più marcata per presentazioni a forte impatto visivo. Dove trovarli? Uno dei posti più ricchi e curiosi l’ho scoperto da poco. Si chiama Dafont e se siete alla ricerca di un font particolare non resterete delusi.

Guardate ad esempio la pagina dedicata ai font senza grazie (solo in questa sezione ce ne sono 370)

Esempi di font su Dafont

Tutti scaricabili, tutti gratuiti.

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Su PowerpointTips blog trovate altri esempi di valide alternative ai punti elenco classici. E’ sorprendente quante varianti si possono ottenere muovendosi dalla semplice idea lineare del testo.

Come potete vedere molti di questi esempi riescono a conservare la gerarchia interna tra i testi, ma usano lo spazio in entrambe le direzioni.

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In due ottimi post jon Thomas fornisce alcuni esempi di “prima” e “dopo” su alcuni testi di presentazioni reali. Si tratta in entrambi i casi di rifacimenti che cercano di eliminare l’effetto “elenco puntato” e di aggiungere elementi visuali a supporto dell’informazione.

Il primo esempio è davvero notevole

 

Da così

Bad PowerPoint 1

 

 

 

 

 

 

 

a così

 

Good Powerpoint - Pie Chart

 

da così

Bad Powerpoint 2

 

 

 

 

 

 

 

 

a così

Good Slides

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

da così

Bad PowerPoint 3

 

 

 

 

 

 

 

 

a così

 

Good-Slides2

 

 

Anche il secondo esempio è interessante, e specifica un punto a volte sottovalutato: inserite il testo lungo nelle vostre note

 

Slide1Notes

 

Ecco parte del rifacimento

Slide4

Slide: Simplicity Quote by Leonardo DaVinci

 

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Abbiamo parlato molte volte dei punti-elenco nelle slide, e come sapete io non sono un fondamentalista dell’eliminazione di questi elementi dalle nostre presentazioni: a volte servono, a volte non possiamo farne a meno. Ciò non toglie che in moti casi possiamo eliminare questi elenchi e trasformarli, se è il caso, in qualcosa di maggiormente efficace.

Per farlo dobbiamo solo capire che cosa sono le slide e passare dalla visione lineare,  testuale e temporale tipica del libro (una linea di testo che si snoda sulla pagina) a quella bidimensionale, pittorica e spaziale delle slide.

In questo senso ci viene in aiuto un post di Cristina Rigutto, che propone un esempio a mio modo di vedere molto intelligente, perché sfrutta la vocazione spaziale e tabellare delle slide:

Cristina ha dedicato ai punti elenco anche un piccolo quaderno in PDF, che ha intitolato “Oltre i punti elenco”.

Da parte mia vi aggiungo altri due esempi (tratti da presentazioni reali) di trasformazione dei punti elenco in qualcosa di spaziale-tabellare.

Disposizione circolare

Disposizione circolare dei punti elenco

Disposizione a post it (ne parla anche Cristina)

Disposizione a post it dei punti elenco

Ok, come vedete le strade sono possibile diverse, E non dimenticate che se proprio dovete usare i punti elenco ci sono pur sempre diverse regole da rispettare.

Buone slide a tutti :-)

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Il blog PowerpointNinja si conferma come una delle mie risorse preferite sul tema delle presentazioni efficaci, per la sua generosità, per la sua utilità e per la chiarezza degli schemi con i quali accompagna i suoi consigli in tema di presentazioni.

Recentemente ha pubblicato una serie di risorse dedicate ai punti elenco (vera croce e tema assai controverso nel dibattito sulle slide e presentazioni)  in una serie di post uno più bello dell’altro. Vorrei fare una sintesi dei suoi consigli:

() Premessa: una lista puntata non è solo punti e testo, c’è di più

There's more to bullet points than just bullets and text...

Ogni lista puntata è una struttura che ha elementi grafico-spaziali che interagiscono tra loro: indentature, spaziature, linee, punti ecc

1) coerenza e simmetria

La coerenza nei punti elenco è un alleato: ad esempio il parallelismo grammaticale (tutti verbi, tutti nomi ecc) presenta elementi di ritmo da non sottovalutare e la presenza delle maiuscole su tutti i punti

ssss

2) Semplicità

Powerpoint offre una serie enorme di tipi di punto-elenco, alcuni totalmente deliranti: il consiglio è di NON usarli e di usare punti il più semplici possibile

There are good and bad bullets. I lean towards simple shapes for bullets.

3) Punti proporzionati al testo

I punti elenco devono essere proporzionati al testo che segue, né troppo piccoli né troppo grandi

Momma and baby bear sized bullets are best.

4) Numeri solo quando serve

Usare liste numerate solo quando serve veramente la numerazione, e lasciate i punti per il resto

5) Allineate il testo per distanziarlo dai punti

Se lasciate scorrere il testo sotto ai punti il testo nasconderà i punti creando un classico effetto di “muro di testo”:

Indents make it easier to read bullet points. You can use the Ruler and its indent markers to adjust the indentation of your bullets.

6) Evitate di giustificare o allineare al centro il testo dei punti-elenco

Se centrate o giustificate il testo l’occhio farà fatica a seguire il testo. L’allineamento migliore è a sinistra:

Left-justified bullets are easier to read and follow.

7) Gestite l’interlinea all’interno del testo e tra i diversi testi dei punti

Senza spazio l’effetto “blocco di testo” è assicurato. Va gestito sia lo spazio dentro il testo che tra i vari testi che compongono l’elenco. L’autore consiglia di non spaziare i testi con l’invio, ma di gestire lo spazio con l’interlinea

Take control of the spacing within and between lines.

E naturalmente di spaziare i punti laddove ci siano testi su più righe, in modo da associare il punto ad ogni blocco di testo.

Proper line spacing can make your bullet points easier to read.

8) Attenzione a confini frastagliati e alle righe orfane

Cercate di evitare che il testo produca righe troppo frastagliate o righe con una sola parola, dimensionando meglio la casella di testo e riducendo il testo se è il caso (è *sempre* il caso)

On the left, we have a ragged edge and orphan line. On the right, you can see how adjusting the width of the text box can eliminate the ragged edge or remove an orphan line. Rewriting the line can also fix these problems.

9) Evitate i punti fatti di un solo punto

I punti funzionano bene assieme, come un gruppo. Un singolo punto non è un punto-elenco, e si può evitare di usarlo

10) Eliminate lo spazio extra tra i punti e l’inizio del testo

A volte succede

Take time to remove extra spaces from your PowerPoint slides and celebrity smiles!

11) Evitate il più possibile il layout “stolo titolo e testo”

Anche se usate i punti elenco si possono associare immagini, schemi o diagrammi. Ecco i casi possibili. Evitate il caso uno ovunque è possibile.

Use layout #1 sparingly. Most audiences will prefer the other more visual layouts.

12) Testi tattici e strategici

Sul numero di punti e sulla grandezza del testo l’autore fa una distinzione importante, ovvero tra presentazioni strategiche (keynotes, presentazioni di alto livello e brevi) e presentazioni tattiche (consulenza, didattica ecc).

Nelle prime consiglia font più grandi e pochi punti, mentre nelle seconde i font dovrebbero essere più piccoli e per poter ospitare un maggior numero di punti. Ed è corretto.

Use an appropriate font size depending your presentation type.

13) Evitate lo “slideumento” (la slide-documento)

Troppi dettagli, schemi elaborati e tanto testo sono elementi tipici dei documenti professionali, non delle presentazioni. Evitiamo cose del genere

Garr Reynolds wants documents to be documents, and presentations to be presentations. I agree -- sort of.

14) Evitate troppe indentature

L’eccesso di indentature rende una lista incomprensibile, almeno se presentata dal vivo, perché la platea non è in grado di assimilare tutti i “rami” in cui di snoda la lista. Usate al massimo due livelli di indentatura:

You should rarely have to go beyond two levels.

15) I punti sono solo la punta dell’iceberg

I punti elenco devono essere solo la parte visibile della vostra presentazione: il resto è affidato alla voce dell’oratore, che saprà illuminare questo punto con tutti gli elementi necessari

For presentation purposes, your bullet points should represent a main idea or point but not all of your content. Like an iceberg, below the surface you should have additional information related to each bullet point.

16) A poco a poco

Non è necessario fare apparire tutti i punti in una volta: animare il testo dei punti consente di focalizzarsi di volta in volta sul punto-tema per poi passare all’altro

blah

Ancora grazie a PowerpointNinja, autore di queste note

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Sempre dal bellissimo Powerpoint ninja vi segnalo un bel post dedicato alla strategia per eliminare il lunghi punti-elenco dalle vostre slide.

La strategia è qualcosa di cui abbiamo parlato spesso, e consiste nel focalizzare e nell’eliminare. Il buon Brent Dykes illustra la terapia in 5 steps, prendendo come esempio il nuovo Star Trek.

Eccola:

Fase 1: consapevolezza del problemaThe first step is admitting that you have a problem

Fase 2: Evidenzio i punti chiave

Look at the bullet points and highlight the key phrases that you would remind you of the key points

Fase 3: “taglio” tutto il resto

Cut out the extraneous content that can be spoken to, not necessarily shown

Fase 4a: aggiungo un’immagine

Remember the image needs to be relevant

Fase 4b (extreme): rimuovo tutti i punti e aggiungo altre immagini

The trick becomes finding just the right image

Ora, questo è un post provocatorio, mi rendo conto, ma il metodo che descrive è sensato, ed in fondo non fa altro che esplicitare una serie di strategie che, alla fine sono tutte legittime.

In realtà a volte è sufficiente evidenziare, mentre altre è necessario anche tagliare. Infine, a volte è davvero indispensabile aggiungere anche un’imamgine.

insomma,  questo metodo può essere preso anche come un insieme di tecniche ognuna utilizzabile autonomamente.

E voi? A che fase arrivate con le vostre slide?

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Secondo voi quanti errori sono presenti in questo “setting” di presentazione? (l’immagine è presa dalla slide 68 di questa bellissima presentazione di Garr Reynolds).

Setting sbagliato per presentazioni e slide orribili

Osservate bene:

1) Il presentatore sta seduto invece che in piedi
2) Tra il presentatore e la platea c’è una cattedra che ostacola e separa
3) Il presentatore dà le spalle alla platea
4) il presentatore LEGGE le slide!!!!
5) Le slide sono un fiume di testo terrificante
6) Il contrasto testo-sfondo è terrificante

Che cos’altro? Forse si potrebbe continuare, ma credo che questo basti già a descrivere un vero e proprio incubo a occhi aperti (finché restano aperti).

La mia solidarietà agli allievi.

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Dopo un po’ di riflessioni (ma neanche tante) ho deciso di pubblicare (e fare scaricare) un estratto della mia lezione-tipo sulla presentazione efficace con le slide, ovvero uno dei miei “cavalli di battaglia” nella mia attività di formatore.

Perché le pubblico? Perché nel tempo questo cavallo si è assai stancato, così come il suo cavaliere. Insomma, questo argomento ha cominciato veramente a nausearmi, e così ho deciso di condividerne almeno una parte, togliendo il più possibile gli esempi che in genere mostro.

Usatele pure, ma ricordate che è sotto licenza Creative Commons, il che non significa: “Fai quel cacchio che ti pare”. Ok?

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Powerpoint può essere molto efficace, a patto che rispettiamo le sue specifiche caratteristiche di media. In particolare, ogni media ha un suo specifico rapporto con lo spazio e con il tempo. Possiamo dire che l’ascolto della musica si svolga nel tempo; ma anche la lettura di un libro, se ci riflettiamo bene, è prevalentemente un processo temporale, se consideriamo lo spazio della scrittura solo come una linea che si snoda e riproduce il discorso orale.

Un sito web, al contrario, è un oggetto più spaziale che temporale (come ha ben rilevato Bolter nel suo “lo spazio dello scrivere”).

Sono solo degli esempi. E Powerpoint? Powerpoint ha la singolare caratteristica di sfruttare la temporalità a livello globale (dell’intera presentazione), proprio come un discorso orale (frammenti che si snodano nel tempo, in un’unica direzione), mentre è un oggetto altamente “spaziale” al livello locale ( di singola slide).

Temporalità globale

Spazialità locale

Le migliori presentazioni tengono conto di questa peculiarità del media e la usano a proprio vantaggio, ovvero:

1) Pochi frammenti di informazione per ogni slide (temporalità)
2) Disposizione significativa degli elementi testuali e grafici per fare risaltare i reciproci rapporti specifici (spazialità).

Ecco perché se scriviamo le slide come se stessimo scrivendo un libro la cosa non funzionerà. Anche se i contenuti sono magnifici e interessanti. Sulla carta.

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Vi segnalo una ottima presentazione, perfetta da quasi tutti i punti di vista. E non mi stupisce: è fatta da un esperto web designer e i rapporti tra design dei siti e design delle presentazioni sono molti (anche se non c’è una sovrapposizione perfetta).

Il tema della presentazione è il web design dei form sul web. Potete notare, in particolare:

– Uniformità di sfondo
– Ottima divisione logica degli spazi
– Logo e numeri di pagina in ogni slide
– Divisione coerente in capitoli (con slide separatrici e icone rappresentative)
– Uso cognitivo dei colori (non per “stupire”, ma per informare)
– Poco testo in ogni slide
– Ottimo uso del grassetto per evidenziare i titoletti
– Gerarchia coerente nell’uso delle dimensioni dei font
– Font a bastoni
– Uso delle immagini a scopo informativo e illustrativo
– Uso di forme e schemi semplici per descrivere i concetti
– Coerenza, prevedibilità, semplicità

Sono tutte qualità fondamentali per una buona presentazione.

Potete scaricarla in PDF da qui.

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Le slide, come altri media digitali (web, mail) devono essere fruite su schermo. Questa caratteristica offre delle possibilità, ma impone anche dei vicoli e delle scelte preliminari.

E anche sul tipo di font da utilizzare ci troviamo di fronte ad alcune scelte obbligate: la lettura a distanza e, più in generale, la lettura a video, riducono di molto la leggibilità delle lettere. In questo caso, quindi, come del resto nel caso della scrittura per il web, è necessario usare font adeguati. Tradizionalmente le famiglie di font di dividono in due categorie: “con grazie” e “a bastoni” (qui un approfondimento).

Con grazie:

Caratteri con grazie

Senza grazie (o “a bastoni”):

Caratteri senza grazie

Nel caso di una presentazione è sempre meglio utilizzare caratteri essenziali, ovvero quelli del secondo tipo.  Ottimi quindi l’Arial e il Verdana, pessimi il Times new Roman e tutti i caratteri con  “grazie”.

In particolare l’Arial, essendo più stretto, permette la presenza di testi più lunghi, mentre il Verdana dovrebbe essere riservato per le presentazioni che usano poche frasi ad effetto e che non hanno blocchi di testo di una certa consistenza. Da usare:

Font Arial

Font verdana

E da non usare

Font Times new Roman

Font Comics

A questo riguardo, il font “Comics” merita un discorso a parte. Si tratta di un font molto particolare e scherzoso, e purtroppo molto usato all’interno delle presentazioni per il suo carattere di presunta giocosità. In realtà è un carattere molto impegnativo, che andrebbe usato solo per particolari eventi (feste di bambini, fumetti, ecc) e non applicato a tappeto su tutta una presentazione, magari illustrando argomenti seri e impegnativi.

Certo, Arial e Verdana non sono certo dei font “esplosivi”: proprio per questo mi sento di consigliarli sempre. Quello che vogliamo è che le persone si interessino ai nostri contenuti, non che saltino dalla sedia per i nostri giochi di prestigio.

Per ulteriori approfondimenti sui font consultate l’ottima web guide style. Sotto questo specifico aspetto va bene anche per le slide.

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Lo spazio che utilizziamo su una slide non corrisponde allo spazio della scrittura classico: mentre nello spazio classico della pagina abbiamo una sola dimensione che si dipana come un filo (lo spazio delle righe del testo, una sotto l’altra), lo spazio della slide è uno spazio che vive, come del resto accade in tutti i media digitali, in due dimensioni.

Uno spazio pittorico, insomma, o topologico, che  convive costantemente con la disposizione spaziale degli elementi e con il vuoto. Nessuno leggerà blocchi di testo fitti, anche se formalmente scanditi da punti elenco:

Punti elenco stretti

Mentre in una relazione su carta un elenco come quello sopra non darebbe alcun problema, in una slide questi punti elenco attaccati tra di loro creano uno spiacevole effetto “blocco di testo” e vengono percepiti come un tutt’uno. In genere, un tutt’uno indigeribile.

Per questo è sempre bene “fare passare l’aria” fra i vari punti elenco, occupando entrambe le dimensioni della slide e non solo l’unica dimensione costituita dallo “spazio della scrittura”

Punti elenco larghi

Ricordate: non c’è nessuna ragione per mettere i punti uno sotto l’altro di seguito. Fate spazio al vostro testo, scandite con lo spazio i vostri punti elenco, evitate i blocchi compatti, disponete in modo arioso il vostro testo. Farete così spazio anche nella mente dei vostri ascoltatori.

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Una vola una mia allieva, alla fine di una spiegazione, mi ha detto:  “insomma, il succo del sue discorso è riassunto dal titolo della sua slide”. Ho guadato la slide alle mie spalle e le ho detto: 2sì è proprio così”.

La mia allieva non poteva intuire quanto io fossi contento della sua osservazione, che ho preso come un indiretto complimento alla mia presentazione.

In genere impiego un certo tempo a creare i titoli delle mie slide. E non lo faccio per pignoleria o ossessione, ma perché è fondamentale (come già ribadito qui). La titolatura non è un optional: i titoli sono la prima, o una delle prime cose che viene percepite, servono ad orientarci nell’argomento e rappresentano il primo ingresso cognitivo all’argomento del quale parliamo.

Potete anche considerarla una “prova del nove” della vostra architettura: se riuscite a dare un titolo specifico ad ogni slide vuol dire che la struttura è ben costruita, avete inserito un’informazione specifica in ogni slide, sono state eliminate le ridondanze, le informazioni non sono ambigue.

No quindi alle slide senza titolo, no alle slide con titoli poco significativi o con titoli “segnaposto” che richiamano la presentazione stessa e non la singola informazione presente sulla slide.

Slide senza titolo

Slide con titolo sbagliato

Ricordate queste regole:

– il titolo non è un elemento accessorio, ma una componente informativa essenziale e come tale dovrebbe sempre essere presente, in ogni slide

– il titolo serve ad esprimere una tesi specifica: non è un mero “segnaposto” ma condensa una specifica informazione o tesi. Dovrebbe essere diverso per ogni slide.

– il titolo ha una funzione informativa e di riassunto dei concetti espressi nella slide, pertanto è necessario un certo lavoro redazionale per renderlo adeguato. Inserire titoli troppo generici o criptici è inutile e controproducente (aumenta inutilmente il carico cognitivo di chi ascolta)

– il titolo deve essere accattivante, ma senza esagerare. Troppe fioriture o giochi di prestigio rischiano di non essere capiti da una platea che cerca modestamente di capire ciò che viene detto

– Il titolo è il testo più grande ed evidente della slide. Dovrebbe avere una dimensione che va da 24 a 28 pt.

Il titolo della slide è quindi informativo ed è la sintesi di quanto espresso nella slide. Deve esserci sempre, non deve essere criptico e non deve essere troppo generico o eccessivamente fiorito (es. doppi sensi).

Slide con titolo corretto

Per concludere, vi segnalo la presentazione di Tosime dedicata proprio ai titoli delle slide.

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Nella scrittura e nella comunicazione digitale, come scrive giustamente Sofia Postai, il colore non costa nulla. Non dobbiamo fare accordi economici con una tipografia per decidere quanti e quali colori useremo: con due colpi di mouse possiamo decidere da soli, e senza fatica, di aggiungere o togliere colori e sfumature.

Ora, il fatto di non dover pagare nessun “dazio” per le nostre scelte non è mai una buona premessa: non ci costringe a riflettere a sufficienza e toglie ogni vincolo alla nostra creatività. Ma la creatività senza vincoli non è creatività. Credo che nella comunicazione digitale (di cui le slide fanno parte, così come le mail e i siti web), l’accento non dovrebbe cadere su “digitale”, ma su “comunicazione. E nella comunicazione ci confrontiamo gli altri.

E questo sì che è un bel vincolo. Se consideriamo la leggibilità complessiva di una presentazione con gli occhi di chi la dovrà guardare ci accorgiamo subito che non tutte le combinazioni testo-sfondo vanno bene e che ci sono parecchie differenze tra nero-su-bianco e bianco-su-nero. Fortunatamente, il fatto che milioni di persone, oggi, scrivano e comunichino in modo digitale ha creato anche una nuova sensibilità e una serie di studi di usabilità che, anche se nati nello per il web, ci vengono in aiuto.

Uno dei più fortunati è certamente lo studio del dr. Lauren Sharff sulla leggibilità dei font con diverse combinazioni di colori.

Diversi tipi di rapporto testo-sfondo

Questo studio evidenzia la resa in termini di leggibilità di diverse combinazioni tra testo e sfondo (le barre più alte rappresentano la maggior leggibilità). Credo che il grafico parli da solo: ci sono delle combinazioni che proprio non vanno, e il fatto è legato al modo che ha la retina di mettere a fuoco i diversi colori.

Dal punto di vista delle presentazioni tutto questo ci suggerisce che ci sono alcune combinazioni che proprio non vanno mai usate (es: rosso-verde, blu-rosso), altre che si possono usate con moderazione (es: bianco su nero, bianco su blu) per presentazioni “cool” e altre che dovrebbero invece essere lo standard abituale (es: nero su bianco, nero su grigio, blu su bianco).

Combinazioni “NO

Rapporto testo sfondo sbagliato

Combinazioni “NI”

Rapporto testo-sfondo quasi giusto

Combinazioni “SI”

Rapporto testo-sfondo corretto

Ecco un articolo di Dave Paradi (tratto da Indezine) che approfondisce il tema dei colori nelle presentazioni.

Ciao

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Quando il testo che dobbiamo posizionare sulla slide è abbastanza lungo e strutturato (ovvero è composto da diversi blocchi –  coerenti – di senso, paralleli tra di loro) spesso ricorriamo ai punti elenco per dividere tra di loro i vari blocchi.

Schema solo punti elenco

In questo modo il testo viene spaziato e diventa apparentemente più leggibile. Perché dico “apparentemente”? In realtà, anche se il testo è posizionato all’interno dei vari punti resta un testo unidimensionale, vale a dire con un unico livello di lettura possibile: le persone dovranno comunque, per cogliere il senso del testo, leggerlo dall’inizio alla fine.

Per rendere più efficace la slide, in questi casi, è opportuno (quando non indispensabile) associare ad ogni punto un sottotitolo esplicativo, che dia immediatamente la descrizione del testo sottostante. In questo modo otteniamo tre benefici effetti:

  1. Creiamo dei punti focali per l’occhio, facilitando un percorso cognitivo di apprendimento
  2. Creiamo un doppio livello di lettura, che permette di assimilare i nostri concetti in bocconi digeribili
  3. Miglioriamo la leggibilità complessiva e il tempo medio di assimilazione del testo

Schema blocchi di testo con sottotitoli

Tutto questo lo facciamo, in questo caso, aggiungendo del testo, e non eliminandolo. sembra paradossale, ma dobbiamo considerare che il testo che aggiungiamo non sta allo stesso livello logico del testo di base.

Questa operazione è, in tutto e per tutto, un’operazione giornalistica: dobbiamo aggiungere sottotitoli efficaci per migliorare la comunicazione. Spesso non ci pensiamo, oppure abbiamo fretta o non ci siamo abituati. E invece dovrebbe essere (più o meno) la norma editoriale per i blocchi di testo “consistenti”.

L’effetto positivo è assicurato.

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Se avete tanto testo nella slide di una presentazione avete un problema. Sopra i 600 caratteri è molto probabile che le persone non leggeranno la slide per nulla. Sopra i 900 caratteri potete stare certi che non la leggeranno.

E allora? La cosa migliore, in questo caso, è dividere il testo su su tre slide (come minimo): in questo modo dividerete meglio i contenuti a livello concettuale e li renderete più omogenei internamente, le slide saranno più leggibili, il testo potrà essere distanziato meglio e potrete anche inserire delle immagini, che sono essenziali per aumentare l’efficacia della presentazione.

Con questa operazione, mi raccomando, provate anche a fare un repulitsti del testo che non serve veramente. Ricordate che una slide non è word.

tre_slide_non_una

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Una cosa che vado dicendo da tempo e che oggi trova riscontro nella ricerca empirica. La ricerca è molto interessante, con molti esempi concreti di rifacimento, relativi in questo caso al mondo delle presentazioni scientifiche.

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”marthinsen”

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Il testo su slide è un testo particolare, molto legato alla grafica e alla disposizione degli altri elementi nello spazio. Questa non è una novità nel campo dei nuovi media: quello che cambia è solo l’importanza relativa e il peso che assumono questi aspetti su slide.

La prima mossa per farsi leggere è quella di formattare adeguatamente il testo: ecco alcune semplici regole. Stiamo parlando solo di formattazione e non di composizione. Di quella ne parleremo un’altra volta.

Ciao

Gerarchia dei testi. Il testo su slide è fatto di titoli, sottotitoli, testi, didascalie. Rispettate una gerarchia nella grandezza dei font di questi elementi, in modo che siano subito riconoscibili. Il range delle grandezze va da 10 (didascalie) a 28 (titolo presentazione). Cercate di non superare questo range.

Grandezza adeguata dei testi. I testi non devono essere né troppo grandi (tipo “Siamo al mercato”) né troppo piccoli (tipo “clausola assicurativa”). La grandezza giusta è, mediamente, 14-16 pt.

Font a bastoni. Come sul web, il testo su slide è un testo che si fruisce a video. Usate quindi i caratteri a bastoni, come l’arial o il verdana, ed evitate i caratteri con le grazie, come il Times New Roman.

Allineamento a sinistra. Nei tsti lunghi, allineate il testo a sinistra e non al centro o giustificato: migliorerà la leggibilità complessiva.

Evitate abbellimenti. Non ombreggiate il testo, ed evitate di circondarlo con ovali o altre forme grafiche, se questo non ha uno scopo cognitivo preciso.

Evitate di usare il maiuscolo e il corsivo. Si leggono male  e sono brutti.

Spezzate il testo. Il testo su slide è fatto di frasi. Non di paragrafi, non di articoli. Di frasi. Spezzate il vostro testo in blocchi di massimo tre righe, costituite da una frase o poco più.

Parole-chiave. Usate il grassetto per evidenziare, in ogni frase, una parola-chiave che sia il “cuore” della frase stessa.

Spaziate i testi tra loro. Usate lo spazio per contrassegnare le appartenenze dei vari testi. Evitate lunghe liste uniformi. Introducente degli spazi per segnare i rispettivi territori di appartenenza.

Siate simmetrici. Fate in modo che i vostri testi conservino una simmetria complessiva come lunghezza, presenza di parole-chiave, ecc.

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