Cari lettori, mi scuso per la lunga pausa, legata alla stesura del mio ultimo libro e riprendo le pubblicazioni su questo blog (come dico sempre, questo blog rappresenta il “lato oscuro” della mia attività… :-).
Oggi voglio segnalarvi la presentazione di Alberto, uno studente che, seguendo i consigli di questo blog, ha rivisto autonomamente una sua presentazione e ha pubblicato il risultato su Slideshare.
Il risultato, al di là di alcuni aspetti certamente migliorabili, è davvero interessante e dimostra che tutte le volte che riusciamo a trasformare le buone pratiche in regole, queste diventano trasmissibili e applicabili. Da chiunque.
Credo che questo passaggio dalle pratiche alle regole, questa scomposizione di un’attività in sottoattività ciascuna con un proprio canone, sia il vero spartiacque tra l’attività del singolo e la sua trasmissione ad altri, tra la pratica concreta e la sua divulgazione. Riusciamo ad insegnare solo dopo che abbiamo praticato, riflettuto, assimilato, generalizzato, trasformato le astrazioni in linee guida. Finché non compiamo questa operazione restiamo nel campo della pratica, non del suo insegnamento.
Questo naturalmente per quanto riguarda la didattica “tradizionale”: il garzone di bottega rinascimentale, così come il partecipante a una comunità di pratica utilizza invece la partecipazione periferica legittima, ma è ovvio che non sempre questo è possibile nel mondo digitale delle relazioni a distanza.
Questo ragionamento sui canoni e la loro trasmissione chiama in causa anche un dibattito antico, ovvero il rapporto tra stile e regole, tra originalità e manierismo. Ma credo che la questione si ponga oltre un certo livello della pratica: i fondamentali sono uguali per tutti e una slide leggibile è solo il primo passo per più audaci realizzazioni.
Bravo Alberto.
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