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Posts Tagged ‘falsi problemi’

Uno dei falsi problemi che a volte ci poniamo (o che ci vengono posti come vincolo da qualche sapientone di turno) è quello delle poche, pochissime, slide. “Mi raccomando, poche slide”, dicono, “Deve stare tutto in tre slide”. Ammazza. E perché mai? A volte mi capita che, in alcuni corsi, mi venga imposto un limite tassativo che, in alcuni casi, diventa uno spartiacque metodologico: se usi tante slide vuol dire che non sai gestire l’aula. Questo poi e *veramente* sbagliato.

quantità di slide

L’idea, mutuata da una concezione fordista-taylorista del lavoro è che “tante slide = tanto tempo per le composizione = tanto tempo per la lettura = tanto tempo per la presentazione “. Quanto tempo? Sempre troppo, secondo i parametri di efficienza dei nostri astuti manager. Solo che, tenendo fede a questo assunto, incontriamo un po’ di problemi. Perché è ovvio che noi abbiamo delle cose da dire, se no non faremmo le slide. Inoltre i vincoli alla quantità non dovrebbero mai, in questa visione, ledere i contenuti, che invece, di regola, ci dovrebbero esseri tutti. Giusto?

E allora comprimiamo. Questa compressione ha tre effetti:

1) Aumenta a dismisura il carico cognitivo delle singole slide (aumentando, e non diminuendo il tempo per leggerle. Il tempo per leggerne una compressa, insomma, e maggiore della somma dei tempi di lettura di due diluite. Provate).

2) Costringe a mettere insieme le mele con le pere. Con il risultato che l’argomento non si chiarifica, ma si complica maggiormente rispetto alla pura esposizione orale.

3) Spinge a trovare soluzioni di formattazione al limite del ridicolo, con visual illeggibili, font microscopici, spazio della slide occupato come un campo profughi libanese.

Alla fine, vediamo che qualche cosa non quadra, e ci chiediamo il perché. E scopriamo, ad esempio, che uno degli effetti collaterali di questa compressione è l’impossibilità di mettere correttamente in evidenza alcuni punti. Nel peggiore dei casi, allora, lavoreremo su questi punti aggiungendo grassetti, frecce, ovali di evidenziazione. Peggiorando il tutto.quantità di slide

Nella mia esperienza ho capito che la quantità di slide non è mai un problema. Useremo le slide che ci servono. Ma rispettando una serie di principi di leggibilità che faciliteranno il lavoro e aiuteranno la lettura e la comprensione. E uno di questi principi è quello di lasciare respirare i concetti, e diluirli in modo granulare all’interno della presentazione. 15 punti-elenco non hanno senso: vuol dire che non avete diviso bene i vostri concetti. 4 grafici simultanei non hanno senso, perché non abbiamo 8 occhi, e li guarderemo comunque sempre in sequenza. Mi dite che i grafici vanno visti “in simultanea”? allora dovete rifare i vostri grafici.

Oppure ne “segherete” qualcuno. Sì, perché un altro principio riguarda invece proprio la quantità di contenuti (quell’oggetto intangibile secondo la teoria della “quantità di slide”): se avete preparato la vostra strategia correttamente, presenterete solo una selezione dei contenuti, ovvero quelli adatti a quel tipo di contesto. Ed ecco che, se lascerete da parte la vostra “volontà di potenza” esplicativa concentrandovi sull’essenziale “in quel momento”, le vostre slide si ridurranno come per magia.

Non sto dicendo, quindi, che la presentazione deve avere cose gratuite o inutili. Al contrario: l’utilità va misurata continuamente, ma sulla vostra platea, non nella vostra mente. Concentrandovi sulla quantità di slide state in realtà focalizzando solo una parte del problema, perdendo di vista il tutto. Per una presentazione di una gioranta intera io utilizzo, in media, da 100 a 150 slide. E vanno via in scioltezza, credetemi. Ecco un articolo di Garr sull’argomento.

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