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Posts Tagged ‘Esempi’

Una delle discipline più affascinanti legate alle presentazioni è certamente quella dell’information design, ovvero l’insieme di tecniche (unite alle geniali intuizioni) per rappresentare visivamente dati, relazioni tra dati, rapporti quantitativi, andamento dei fenomeni.

Un appassionato ed esperto della materia in Italia è Duccio Schiavon, che ho scoperto grazie ad una sua bella presentazione su Slideshare.

Gli esempi che Duccio propone sono davvero belli ed efficaci. Duccio descrive anche nel dettaglio i diversi scopi di queste tecniche. L’information design serve:

1) Per illustrare un fenomeno
2) Per analizzare dati
3) Per operazioni di pianificazione
4) Per rendere visibile l’informazione

La cosa interessante è che tutto questo è direttamente legato al tema delle presentazioni, proprio perché il materiale di cui si serve l’information deisgn è praticamente identico a quello usato per creare presentazioni davvero efficaci, ovvero immagini, colori, simboli, parole.

Il tutto all’interno di una dimensione prevalentemente spaziale-pittorica piuttosto che temporale-testuale.

L’information design è naturalmente anche un’arte, oltre che una scienza, (e del resto uno dei suoi massimi esperti, Edward Tufte, è stato chiamato “il Leonardo da Vinci dei dati”)  il che significa che ci saranno sempre diverse soluzioni ad uno stesso problema.

Dobbiamo solo esercitarci, e gli esempi che propone Duccio sono un ottimo punto di partenza.

Buona lettura.

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Vi metto a disposizione la mia presentazione dedicata all’intranet identity e pubblicata ieri su Slideshare.
La presentazione mostra, credo, in modo abbastanza chiaro come utilizzare un concept (ovvero un’idea chiave, un format dominante) all’interno di una presentazione.

In questo caso il concept è legato alla presenza del manichino da pittore, ripreso in vaie situazioni e collegato opportunamente ai diversi concetti della presentazione. Le foto sono scelte tra quelle distribuite sotto creative commons su Flickr, in particolare un bellissimo set di Aldoaldoz.

Va detto che la scelta di utilizzare un concept molto caratterizzato, come in questo caso, è molto adatta a meeting di alto livello, dove il tempo è generalmente poco e la presentazione deve concentrarsi su un solo aspetto.

utilizzarlo in modo coerente e sensato per presentazioni di 4 ore sarebbe, a mio modo di vedere, impossibile, a meno di non utilizzare il concept solo in particolari momenti, ad esempio nei passaggi da un “capitolo” ad un altro.

Che ne dite? Operazione riuscita?

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Un restyling radicale

Ecco un esempio di restyling di slide “rumorosa”

Prima

Slide affollata e rumorosa

E dopo
Slide migliorata e più ariosa

Ecco quello che ho fatto:

– Aggiungere un titolo significativo che sintetizza tutta la slide
– Sostituire la serie di immagini con una sola immagine, esemplificativa del concetto generale
– Eliminare la clip art inutile
– Sostituire lo sfondo blu con uno sfondo bianco
– Spaziare i diversi punti elenco
– Diminuire la grandezza del fon per fare spazio
– Eliminare i colori fuori controllo sui testi
– Aggiungere grassetti e colori sulle parole chiave
– Miglioramento dei testi, con frasi in forma attiva e affermativa e eliminazione di alcune parole

Ricordate: tutto quello che non serve va eliminato senza rimpianti. Quello che resta, in genere, è quello che serve veramente. :-)

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Copertine prima e dopo

Ecco un altro esempio di rifacimento di una copertina di slide: in questo caso siamo nel mondo medico (che per inciso è un mondo che fa slide orribili):

Prima:

copertina presentazione ppt brutta

Dopo:
copertina presentazione ppt rifatta

Che cosa abbiamo fatto? Niente di speciale in realtà:

– aggiunto un’immagine significativa e “di impatto” (ma anche informativa)
– Migliorato la resa del titolo, collocandolo entro una cornice che contrasta con l’immagine di sfondo
– collocato gli altri elementi di contesto al posto loro (in basso a destra e più in piccolo)

Insomma, basta poco, ma credo che sia sufficiente a dare un’efficacia migliore alla cover, ovvero il punto di partenza di ogni presentazione che si rispetti.

Ciao

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Ecco, quando vedo slide come quella che segue non posso fare a meno di domandarmi alcune cose:

slide complicatissima tipica degli informatici

Che cosa vuoi dirmi con questo schema? in quali occasioni presentare questo schema dovrebbe essere utle? Ma soprattutto, che cosa vuoi da me?Questo tipo di slide è tipico del mondo informatico: una specie di linguaggio criptato che senza dubbio è ormai fuori controllo anche da parte degli adetti ai lavori. La verità è che una sldie come questa non sarà mai utile a nessuno. Potrà forse impressionare qualcuno per qualche secondo, prima che questo qualcuno passi ad altro mentalmente.

Se non è un addetto ai lavori non ci capirà niente, e la slide non aiuterà certo l’oratore a spiegare meglio quello che vuole dire. Se è un addetto ai lavori probabilmente molte cose saranno scontate e allora è inutile metterle. Oppure vorrà entrare nei dettagli e anche in questo caso la slide non sarà d’aiuto.

Ricordate: le persone diranno “oooooh” meravigliate; è più probabile che si ritraggano terrorizzate. Era questo che volevate?

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Le slide di Apollo

Le slide che produce questa società americana sono bellissime (sono lontani e credo non ci possano essere sospetti di pubblicità occulta…-).

Date un’occhiata al loro portfolio: credo troverete molto interessanti gli spunti che vengono proposti (ho una predilezione per questa serie…)

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Yurij Castelfranchi è un amico. Fisico di formazione, ha continuato al sua carriera come divulgatore scientifico e oggi vive in Brasile e lavora all’Università. Sono andato a trovarlo due anni fa con la mia ragazza e abbiamo passato assieme dei giorni bellissimi.

Detto questo, Yurij è un pessimo “sliderista”, e lui lo sa (e ci abbiamo scherzato tanto assieme).  Una volta mi ha mandato, come esempio, le slide del corso che teneva a Trieste sulla divulgazione della scienza. Le slide erano, a loro modo, emblematiche di un certo tipico modo di produzione un po’  “fai da te”.

Ne abbiamo discusso un po’ e abbiamo continuato ad analizzarle nel tempo. Alla fine queste slide sono diventate un esempio che mostro spesso nei miei corsi.

Oggi ve le ripropongo, e assieme a loro vi propongo una revisione che ho fatto assieme a Leuca (principalmente l’ha fatta lei, la revisione) per mostrare come è possibile migliorare e rendere più leggibile un prodotto fatto in Powerpoint se solo ci si mette un po’ di testa e si applicano un po’ di standard.

Ora vi invito a fare questo esercizio: quante e quali  modifiche abbiamo fatto nella presentazione originale?

Ecco la presentazione prima della cura

slide prima della cura

e eccola dopo la cura.

slide dopo la cura

Spero che possa essere utile per capire meglio i meccanismi di produzione ottimale delle presentazioni in generale e di quelle didattico-scientifiche in particolare.

Buona caccia….

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Spesso mi capita di vedere presentazioni abbastanza buone dal punto di vista dell’architettura e della strategia, ma che scivolano sulla “buccia di banana” della copertina: a volte non viene fatta, oppure viene creata frettolosamente. In genere le persone pensano di più ai loro contenuti, e la copertina rischia così di venir considerata solo alla fine, come un mero accessorio.

E questo è un errore, per più di un motivo. Una buona copertina, in una presentazione, non è solo un buon biglietto da visita, ma svolge una funziona importante anche dal punto di vista cognitivo. Anticipa i contenuti della presentazione, dà alcune informazioni sull’autore, il luogo, la data, e soprattutto esprime un “concept emozionale” che poi sarà il filo conduttore della presentazione stessa. Insomma, la copertina ha un ruolo emozionale e un ruolo cognitivo allo stesso tempo.

Una volta mi è arrivata una presentazione con una copertina fatta così:

Copertina povera

Ok, nessuno metterebbe in dubbio che è una copertina: abbiamo un titolo e un autore. Ma forse si poteva fare qualche cosa di meglio: aggiungere dei sottoargomenti, dare una maggiore enfasi ad alcune parole, aggiungere un’immagine rappresentativa dell’argomento. Insomma: fare un po’ di editing.

Ecco la mia proposta di revisione

COpertina ricca

Abbiamo aggiunto dei sottoargomenti che permettano ai destinatari di capire in linea di massima di che cosa si parlerà, abbiamo aggiunto una foto significativa e, ancora, abbiamo migliorato il testo cambiando il font, aggiungendo colori sulle parole chiave e riducendo le dimensioni. E abbiamo usato lo spazio in entrambe le direzioni, e non solo dall’alto verso il basso.

Con una copertina fatta in questo modo l’oratore ha modo di fare una buona e ampia introduzione all’argomento,  facendo una panoramica generale dei contenuti e allineando le aspettative della platea.

Non dimentichiamo che questio ultimi elementi sono essenziali per una buona “ricezione” dei contenuti.

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Una vola una mia allieva, alla fine di una spiegazione, mi ha detto:  “insomma, il succo del sue discorso è riassunto dal titolo della sua slide”. Ho guadato la slide alle mie spalle e le ho detto: 2sì è proprio così”.

La mia allieva non poteva intuire quanto io fossi contento della sua osservazione, che ho preso come un indiretto complimento alla mia presentazione.

In genere impiego un certo tempo a creare i titoli delle mie slide. E non lo faccio per pignoleria o ossessione, ma perché è fondamentale (come già ribadito qui). La titolatura non è un optional: i titoli sono la prima, o una delle prime cose che viene percepite, servono ad orientarci nell’argomento e rappresentano il primo ingresso cognitivo all’argomento del quale parliamo.

Potete anche considerarla una “prova del nove” della vostra architettura: se riuscite a dare un titolo specifico ad ogni slide vuol dire che la struttura è ben costruita, avete inserito un’informazione specifica in ogni slide, sono state eliminate le ridondanze, le informazioni non sono ambigue.

No quindi alle slide senza titolo, no alle slide con titoli poco significativi o con titoli “segnaposto” che richiamano la presentazione stessa e non la singola informazione presente sulla slide.

Slide senza titolo

Slide con titolo sbagliato

Ricordate queste regole:

– il titolo non è un elemento accessorio, ma una componente informativa essenziale e come tale dovrebbe sempre essere presente, in ogni slide

– il titolo serve ad esprimere una tesi specifica: non è un mero “segnaposto” ma condensa una specifica informazione o tesi. Dovrebbe essere diverso per ogni slide.

– il titolo ha una funzione informativa e di riassunto dei concetti espressi nella slide, pertanto è necessario un certo lavoro redazionale per renderlo adeguato. Inserire titoli troppo generici o criptici è inutile e controproducente (aumenta inutilmente il carico cognitivo di chi ascolta)

– il titolo deve essere accattivante, ma senza esagerare. Troppe fioriture o giochi di prestigio rischiano di non essere capiti da una platea che cerca modestamente di capire ciò che viene detto

– Il titolo è il testo più grande ed evidente della slide. Dovrebbe avere una dimensione che va da 24 a 28 pt.

Il titolo della slide è quindi informativo ed è la sintesi di quanto espresso nella slide. Deve esserci sempre, non deve essere criptico e non deve essere troppo generico o eccessivamente fiorito (es. doppi sensi).

Slide con titolo corretto

Per concludere, vi segnalo la presentazione di Tosime dedicata proprio ai titoli delle slide.

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